lunedì 14 dicembre 2009

Dante..un vero EROE italiano

Dante Di Nanni (Torino, 27 marzo 1925 – Torino, 18 maggio 1944) è stato un partigiano italiano, insignito della Medaglia d'oro al valor militare.

Nacque in una famiglia di immigrati, provenienti dalla Puglia; operaio nelle fabbriche cittadine, proseguì gli studi nelle scuole serali. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale si arruolò in aeronautica, dove rimase fino all' 8 settembre 1943, data in cui venne annunciato l'Armistizio di Cassibile, firmato il giorno 3.Abbandonato l'esercito, si rifugiò nelle montagne piemontesi, dove si aggregò ad una delle prime bande partigiane, a Boves, guidata da Ignazio Vian. Dispersa la formazione a seguito di un vasto attacco delle divisioni SS di Joachim Peiper, che tra l'altro effettuarono un eccidio proprio a Boves, tornò a Torino, dove si arruolò nei GAP di Giovanni Pesce.

Il 17 maggio 1944, insieme ai compagni Pesce, Bravin e Valentino, effettuò un attacco ad una stazione radio sulla Stura, che disturbava le comunicazioni di Radio Londra; prima di farla saltare, il commando gappista, disarmò e graziò i nove militi che la presidiavano con la promessa che non avrebbero dato l'allarme. I gappisti tuttavia vengono traditi e sono sorpresi da un intero reparto nemico. Nello scontro vengono tutti feriti, Bravin e Valentino verranno catturati ed in seguito impiccati, il 22 luglio a Torino insieme a Vian, nel frattempo anch'esso catturato. Tuttavia Pesce riuscì a portare in salvo Di Nanni, ferito gravemente da sette proiettili al ventre, alla testa e alle gambe, portandolo prima in una cascina e poi nella base di via San Bernardino 14 a Torino. Qui verrà visitato da un medico antifascista che ne consiglierà l'immediato ricovero in ospedale. Pesce, allontanatosi per organizzare il trasporto, al suo ritorno vide la casa circondata dai fascisti e dai tedeschi, avvertiti da una spia.Nonostante le ferite subite, Di Nanni si asserragliò nell'appartamento ed ingaggiò un lungo scontro a fuoco con le truppe nazifasciste, supportate pure da un'autoblindo e da un carro armato. Dopo essere riuscito ad eliminare numerosi soldati nemici, riuscì anche a mettere fuori uso i due veicoli corazzati lanciando cariche di tritolo e bombe a mano dal suo balcone. L'assedio durò quasi tre ore ed una volta terminate le munizioni, pur di non consegnarsi vivo, si trascinò verso la renghiera del balcone e, dopo aver salutato la folla col pugno chiuso e col grido "Viva l'Italia", si gettò nel vuoto.

L'attacco alla "Democrazia" e le sorti dei comunisti

FONTE: http://lavolanterossa.blogspot.com/

In poche ore si è diffusa la notizia che Berlusconi è stato attaccato da un proletario ingegnere di 42 anni che esasperato lo ha colpito con un oggetto.
Grande commozione generale bipartisan con Berlusconi che si dà del miracolato e con parole di solidarietà di tutti i leader di partito italiani. Nel guazzabuglio è finito anche Paolo Ferrero, segretario del Partito di Rifondazione Comunista, che da buon evangelico ha sottolineato che lui sostiene la democrazia, quindi si esprime in solidarietà della povera "vittima". Per Paolo Ferrero Berlusconi è la Democrazia!!

I giornali, le radio, le tv stanno trasmettendo da ieri sera ininterrottamente propaganda a sostegno del capo del governo, per sensibilizzare l'opinione pubblica e farlo considerare un martire, un santo.
Paradossalmente l'unico (dei partiti istituzionali ovviamente) che ha avuto il coraggio di affermare che il gesto dell'aggressore è dovuto alla mancanza di condizioni di vita dignitose, a causa dei tagli in tutti i settori della società e sopratutto in quello lavorativo (in Italia ci sono 7 milioni di operai in Cassa Integrazione, è bene ricordarlo!), è stato Antonio Di Pietro.
Il fatto che un liberale di destra sia l'unico ad esprimersi in sostegno dell'esasperazione di un proletario è una cosa che deve far riflettere circa la reale opposizione che i partiti della sinistra borghese rappresentano in questo paese.

Noi crediamo che gesti come quello di ieri non portino a nulla, che siano addirittura controproducenti sia dal punto di vista individuale, perchè gli daranno sicuramente il carcere, sia dal punto di vista collettivo, perchè ora ci bombarderanno di propaganda con messaggi di santificazione pro-berlusconi, a sostegno del governo e contro "la sinistra".
L'attacco alla sinistra in realtà poi si manifesterà come attacco ai centri sociali, ai movimenti antifascisti, ai rivoluzionari marxisti, agli anarchici e a tutti i movimenti proletari d'opposizione. TV e giornali cercheranno di criminalizzarci manipolando l'informazione per sensibilizzare l'opinione pubblica.



L'unica sola e vera alternativa a questo governo, al sistema di cui esso fa parte, è ricostruire il partito comunista. Ricostruire un partito rivoluzionario del proletariato che difenda ad intransigenza gli interessi di classe. Non possiamo limitarci a fare movimenti di carattere localistico, autonomo o vagamente antirazzista o antifascista. Siamo ad un livello molto alto nello scontro Capitale-Lavoro, che se a breve non vedrà un rialzamento della classe operaia, che può avvenire solo con la guida del partito comunista, porterà la borghesia a decretare fuorilegge tutti i simboli delle avanguardie del proletariato, condannandoci così inesorabilmente alla clandestinità.

Nell'epoca dell'imperialismo, dopo una crisi del Capitale come quella del 2008, non possiamo permetterci di essere autoreferenziali. Mentre la classe operaia di tutto il mondo scende in lotta spontaneamente, i comunisti restano a perdere tempo in centri sociali, spazi autogestiti, e sembrano incoscientemente aspettare il braccio forte e nero della repressione che arriverà inesorabile.

Lanciamo quindi un appello nazionale a tutte le forze rivoluzionarie marxiste ad avviare immediatamente dopo Natale un percorso di confronto che abbia come scopo la ricostruzione della sezione italiana dell'Internazionale, perchè da ciò dipende la nostra vita e la nostra morte.

La Volante Rossa
14/12/2009                                     
FONTE: http://lavolanterossa.blogspot.com/

sabato 21 novembre 2009

Le Elezioni...


L'ipocrisia della falsa libertà, della falsa democrazia, della falsa partecipazione. Una parata di due giorni in cui ci illudiamo di poter cambiare attraverso il voto strategie, piani e interessi dei poteri forti che comandano la politica, salvo poi ritrovarci come sempre a vedere dissolto anche quello che credevamo di aver potuto cambiare con il voto.
Votare,è importante,forse sì o forse no...ma le cose si cambiano soprattutto attraverso l'impegno quotidiano, attraverso la promozione di una sorta di mutamento antropologico degli individui, attraverso una nuova coscienza, attraverso una mentalità non più massificata e omologata.

domenica 8 novembre 2009

1917..ALBA DI UN NUOVO MONDO



Sono passati 92 anni..era la sera del 6 novembre(24 ottobre del calendario giuliano in uso al tempo)ecco perchè il nome di Rivoluzione d Ottobre. Si,..iniziava la rivolta che si sarebbe conclusa la notte dell 8 novembre verso le due,con la presa del Palazzo d'Inverno e la consegna di tutto il potere ai Soviet(che erano gli organismi di lotta di contadini e operai).
In quel momento inziava una nuova era per gli oppressi,un percorso difficile,con alcuni errori ma nella direzione giusta.
Un percorso verso un mondo di vera uguaglianza...purtroppo chi venne dopo di Lenin non fu in grado(anche perchè non lo era e soprattutto non gli interessava,voleva solo il potere assoluto,cioè il contrario del comunismo)di portare avanti questo vento di speranza per il mondo intero.

Per chi ancora fa una cozzaglia d insieme dei vari Lenin e Stalin si legga qui sotto cosa nel suo testamento appunto Lenin diceva di Stalin:

« Il compagno Stalin, divenuto segretario generale, ha concentrato nelle sue mani un immenso potere, e io non sono sicuro che egli sappia servirsene sempre con sufficiente prudenza. D'altro canto, il compagno Trotsky come ha già dimostrato la sua lotta contro il CC nella questione del commissariato del popolo per i trasporti, si distingue non solo per le sue eminenti capacità. Personalmente egli è forse il più capace tra i membri dell'attuale CC. »

« Stalin è troppo grossolano, e questo difetto, del tutto tollerabile nell'ambiente e nei rapporti tra noi comunisti, diventa intollerabile nella funzione di segretario generale. Perciò propongo ai compagni di pensare alla maniera di togliere Stalin da questo incarico e di designare a questo posto un altro uomo che, a parte tutti gli altri aspetti, si distingua dal compagno Stalin solo per una migliore qualità, quella cioè di essere più tollerante, più leale, più cortese e più riguardoso verso i compagni, meno capriccioso, ecc. Questa circostanza può apparire una piccolezza insignificante. Ma io penso che, dal punto di vista dell'impedimento di una scissione e di quanto ho scritto sopra sui rapporti tra Stalin e Trotsky, non è una piccolezza, ovvero è una piccolezza che può avere un'importanza decisiva. »

venerdì 23 ottobre 2009

Lui sì che è un grande imprenditore



Dedicato a chi ancora sostiene che Berlusconi sia un grande imprenditore.. Mediaset, Mondadori, finanziamenti di origine ignota (per i quali Berlusconi nel 2002, interrogato dal pubblico ministero Antonio Ingroia, si avvalse della facoltà di non rispondere)..

martedì 20 ottobre 2009

LODO SI..LODO NO...L'OFFENSIVA DELL'ALTRA BORGHESIA

Nei giorni scorsi, la Corte Costituzionale si è pronunciata sul cosiddetto lodo Alfano,che tanto ha fatto discutere e acceso il dibattito politico in Italia. Ma chiediamoci che cosa sta davvero succedendo in Italia in questo momento. In pochi giorni sono arrivate le sentenze sul Lodo Alfano, sul lodo Mondadori (il giudice che ha emesso la sentenza è stato promosso al massimo grado possibile per un giudice) e sono venute fuori dopo anni persone, che parlano dei mandanti occulti delle stragi del '92, dove tra l'altro furono indagati Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi.

Proprio quest'ultimo parla di "giustizia ad orologeria", di "complotto della sinistra", e ragionandoci su gli si potrebbe dare anche ragione. Ma perchè? Non perchè il presidente del consiglio sia un angioletto immune da peccato o perchè ci sia un complotto bolscevico, bensì per un altro motivo. Il Berlusconi, anche se grosso imprenditore,raccoglie consenso dai rappresentanti della piccola e media impresa. Chissà se qualcuno ricorda quel famoso convegno di Confindustria dove le prime file fischiavano e le altre applaudivano il discorso, anzi più che altro l arringa di Berlusconi. Ecco, nelle prime sedevano i Della Valle, Marco Tronchetti Provera, Vittorio Merloni, Emma Marcegaglia, Andrea Riello, Sergio Marchionne, Andrea Pininfarina e via via tutti i pezzi grossi del capitalismo italiano, mentre in quelle più indietro i piccoli e medi imprenditori.

Ora evidentemente Berlusconi sta deludendo profondamente le aspettative di quella parte di elite borghese che controlla una parte dello stato e da qui questi duri colpi che sta ricevendo. Dobbiamo pensare che le istituzioni hanno sempre funzionato non da garante, bensì da timone della borghesia, e oggi una parte di essa è scontenta e fa guerra all'altra. Potremmo dire che il PdL rappresenti la parte oscura della borghesia, per capirci quella dei rapporti con la mafia, degli inciuci e dei piccoli capitalisti.

Dall'altra parte invece c'è quella che comanda il PD delle facce pulite, della lotta alla mafia, della difesa del falso mito della democrazia, di "sinistra"...In tutto questo, viene fuori una situazione in cui vi è una guerra tra due parti borghesi che vogliono avere in mano il controllo del capitalismo italiano che loro stesso rapprentano. Allora a questo punto chiedo a chi ha avuto la pazienza e la voglia di leggere queste righe...ma se in guerra ci sono due parti della borghesia, che si giocano il potere, alla fine chi può vincere la battaglia??....sicuramente non il popolo.

Il manganello mediatico



Ormai siamo all'uso del manganello mediatico, all’avvertimento di stampo mafioso: “stai attento, perché noi ti seguiamo, sappiamo cosa fai e dove abiti”. E’ questo il senso del servizio mandato in onda qualche giorno fa da Mattino 5, imperdibile striscia quotidiana condotta dalla showgirl Claudio Brachino e dal maestro di giornalismo Barbara D’Urso. L’obiettivo dell’intimidazione è il giudice Raimondo Mesiano, “colpevole” di aver condannato la Fininvest ad un risarcimento milionario (750 milioni di euro) per aver comprato la sentenza che regalava la Mondadori al gruppo di Berlusconi.

Colpiscono alcuni passaggi che accompagnano le immagini di questo capolavoro del giornalismo d’inchiesta: "...alle sue stravanganze siamo già abituati (eh sì, in effetti suona strano che Berlusconi possa essere definito corresponsabile della corruzione del giudice Metta, ndr)... passeggia l'uomo Raimondo Mesiano passeggia per le strade milanesi... davanti al suo barbiere di fiducia è impaziente... non riesce a stare fermo... avanti e indietro... si ferma... aspira la sua sigaretta e ancora avanti e indietro (cazzo, è quasi da internare questo ndr)... prima di uscire dal nostro campo visivo ci regala un'altra stranezza (ancora? ndr)... guardatelo seduto su di una panchina, camicia, pantalone blu, scarpe bianche e calzino turchese ".

L’autrice del servizio, tal Annalisa Spinoso, prontamente convocata dall’Ordine dei Giornalisti, ha ricevuto moltissime minacce e insulti (il termine più gentile che le è stato rivolto è stato “escort”), oltre ad essersi guadagnata una nutrita presenza sui social network. Subito sono apparsi su Facebook due gruppi a lei dedicati: “Cancelliamo Annalisa Spinoso” (con 666 membri) e “Annalisa Spinoso vergognati” (fermo a 10). A sua difesa si è sollevato il comitato di redazione di Videonews, la testata a cui fa capo Mattino 5, che ieri si è dimesso in blocco in polemica con Claudio Brachino. In una nota il sindacato della testata ha rivelato che "il pezzo era stato commissionato e poi corretto dal direttore. Nessun precario può essere strumento di lotta politica".

Eh già, perché l’Annalisa Spinoso è una precaria di Mediaset, difficile che potesse opporsi all’ordine piovutole dall’alto. Ciò non toglie che la Spinoso si sia macchiata del servilismo più bieco, sicuramente avrà la strada spianata verso le alte sfere della disinformazione berlusconiana. Rifiutarsi, però, sarebbe stato un gesto di dignità innanzitutto nei suoi confronti e poi nei confronti della professione giornalistica. Oddio, parlare di professionismo in Mediaset è come parlare di preservativi al Papa, ma almeno sarebbe stato un segnale. Molto probabilmente il servizio sarebbe andato in onda lo stesso, anche se il cdr si è affrettatto a rivendicare il diritto a esercitare la professione giornalistica “al di fuori della logica politica e nel rispetto delle regole deontologiche”. Nella nota del sindacato si legge ancora: “Essere giornalisti di Mediaset non significa essere militanti. Non vogliamo l'elmetto".

Sì perché nella galassa mediatica del premier funziona così. Ogni tanto qualcuno si sveglia dal torpore e si indigna per la mancanza di libertà d’informazione. Prima Sposini, poi Mentana, non ultimo Mario Giordano, che ha lasciato la direzione de il Giornale perché poco disposto a lanciare la campagna di diffamazione contro il direttore dell’Avvenire Guido Boffo. Svegliarsi prima no? Alla ricerca della dignità perduta..